Ci raccontano che la diversity è "strategica", che la parità è "valore". Bene. Poi arrivano i numeri del secondo Osservatorio DE&I di Federdistribuzione e Altis a ricordarci quanto la strada sia ancora lunga… e, diciamolo, piena di buche.
Partiamo dalle buone notizie: la presenza femminile nei ruoli di responsabilità è cresciuta, sì, ma solo di un timido +3% nell’ultimo anno. Siamo passate dal 27% al 30% delle posizioni apicali nella distribuzione moderna. Brindiamo? Forse; ma con un bicchiere piccolo e senza esagerare con le bollicine.
Poi c’è il capitolo "piani strutturati": solo il 25% delle catene ha realmente messo in campo programmi per garantire pari opportunità di carriera. Le altre? Continuano a dirci che "ci stanno lavorando"... da anni.
E il segreto salariale? Sulla carta si parla di trasparenza; ma nei fatti, in troppe aziende, resta il famoso segreto di Pulcinella. Ed è proprio qui che la Direttiva europea 2023/970 ci ricorda che, entro il 2026, non sarà più solo buona volontà ma legge.
La buona notizia è che le donne nel retail ci sono eccome, e spingono ogni giorno un settore che non può più permettersi di restare indietro. Ma i numeri ci dicono che serve fare di più: quei timidi segni più devono trasformarsi in salti a doppia cifra; e servono azioni concrete, non promesse di circostanza.
Ecco perché nasce il Premio Donne del Retail. All’interno di Insegna dell’Anno premieremo le catene, food e non food, che hanno saputo imprimere uno switch reale su parità, inclusione e pari possibilità. Sarà il nostro modo per dire grazie a chi ha già capito che valorizzare le differenze non è solo giusto, ma è anche una scelta vincente.
Le donne del retail non si accontentano più. Non di parole, non di simboli. Vogliamo numeri, piani concreti e, perché no, anche più donne ai vertici. La sfida è aperta: chi sarà la prossima insegna a fare la differenza?
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