Gli uomini faticano di più a riconoscere le forme di violenza “sottile” rispetto alle donne. Intanto subiscono molestie sul posto di lavoro più del 10% delle donne e anche dei giovani lavoratori maschi
Toccate contro la propria volontà, soggette a ricatti a sfondo sessuale o a forme di controllo coercitivo. Offese, umiliate, interrotte. È successo a più di una lavoratrice ogni dieci di subire molestie sul luogo di lavoro. E quanto emerge dall’ultima indagine sul tema condotta dall’Istat.
Accorgersi della violenza di genere
Nonostante i metoo, le campagne di sensibilizzazione e gli interventi (concreti e no) che sempre più aziende attuano, la dimensione del fenomeno all’interno dei luoghi di lavoro non viene sempre percepito. Qualche possibile ragione. Primo: se si prendono a riferimento solo i dati che riguardano i ricatti sessuali, nel 87,7% dei casi la vittima non ne ha parlato con nessun collega. Per vergogna (il 23,5%) o per paura di essere giudicate (il 33,8%). Secondo: le varie facce della violenza di genere non sono sempre facile da smascherare, nemmeno per chi le subisce. A molte lavoratrici può essere capitato di “normalizzare”. Per molti colleghi e colleghe, specie in quei casi in cui l’atteggiamento discriminatorio è più sottile, può essere poi difficile districare quello che non va da una cultura di potere intrisa di atteggiamenti “patriarcali”. Insomma, la violenza di genere è una compagna di scrivania spesso invisibile.
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